Categoría: Verbi e tempi verbali Página 1 de 2

Presente indicativo

Il presente indicativo

Allora, hai già imparato i verbi ESSERE e AVERE? Quindi è arrivato il momento di imparare la formazione del presente indicativo.

Leggi i seguenti testi e poi rispondi alle domande.

Nel testo hai visto evidenziati in azzurro alcuni verbi che gli autori hanno utilizzato per presentarsi. Rileggi i testi e poi scopri come si forma il presente dei verbi. 

Forme del presente indicativo

In italiano, ci sono 3 gruppi di verbi: -ARE, -ERE, -IRE e in più una sottocategoria di -IRE + ISC. I gruppi sono molto importanti perché sulla base di questi è possibile coniugare i verbi. Osserva la tabella e scopri quanto è facile formare il presente.

Come hai notato quasi tutti i soggetti condividono le stesse desinenze. Soltanto cambiano i soggetti: lui/lei, voi e loro mentre il resto è uguale.

ATTENZIONE! il soggetto voi prende la sua desinenza secondo il gruppo di verbo: ate–> are, ete–> ere e ite–> ire.

con amore, la professoressa. <3

E il grupo -IRE + ISC?

Probabilmente conosci questa famosa parola italiana che è molto famosa grazie al film: “The Godfather” del 1972. Capisci è una delle parole che è pronunciata di più durante la trama e la forma appartiene alla seconda persona (tu) del verbo CAPIRE. Questo verbo forma parte del sottogruppo di -IRE e in questa cattegoria è necessario aggiungere -ISC ad alcuni soggetti per formare le voci giuste del verbo.

Osserva queste frasi e poi completa la regola.

  • Non capisco bene quando Mario parla in inglese.
  • Sofía capisce molto bene le matematiche.
  • Noi non capiamo perché la professoressa sia arrabbiata.
  • I ragazzi non capiscono come funzionano le linee della metropolitana.
  • Voi capite come si fa questo compito?

E come e quando posso usare il presente?

Bart e Hugo simpson

Il verbo esserci – Il gemello malvagio (II)

Altri usi del verbo esserci

Nel post anteriore segnaliamo che GENERALMENTE il verbo esserci si usa solo in due coniugazioni. Questo è vero ma, le altre coniugazioni esistono e hanno un uso diverso.

Vediamo come si usano…


Ecco tutte le coniugazioni

Ioci sono
Tuci sei
Lui, lei, Leic’è
Noici siamo
Voici siete
Loroci sono

Uso 1: presenza di una persona

Più

Uso 2: sinonimo di “essere pronto”

Più

Il verbo piacere – Tuca tuca di Raffaella Carrà (II)

Nel post precedente abbiamo visto alcune frasi:

  • A Raffaella non piace l’idea della censura.
  • Ad alcuni piace il nuovo modo di rappresentare la donna.
  • Ad alcune persone non piacciono i movimenti sensuali.

In azzurro troviamo i soggetti delle frasi, ma, per capire perché questi sono i soggetti, dobbiamo ricordare la struttura più basica delle frasi in italiano:

Soggetto+ Verbo+ Complemento
S + V + C

Se non ricordi questa struttura, ti prego, vai questo post, se la ricordi, allora andiamo avanti…


Verbo piacere, un verbo strano

Adesso vediamo se hai fatto attenzione alle coniugazioni:

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Nel 99,99% dei casi il verbo piacere usa solo le coniugazioni corrispondenti a:

TU, LUI/LEI e LORO

Questo succede per il funzionamento del verbo, continua con il post e scopri di più!

Con amore, il prof <3

Riflessione grammaticale

Osserva le immagini

In queste due immagini il verbo piacere usa una struttura “strana”:

Complemento + Verbo + Soggetto
C + V + S

Se lo pensi un momento, il verbo “gustar” in spagnolo funziona nello stesso IDENTICO modo.

Me gustas (tú)

Adesso osserva queste immagini:

In queste due immagini il verbo piacere usa una struttura “normale”:

Soggetto + Verbo + Complemento
S + V + C

Un’altra volta, in spagnolo possiamo fare la stessa IDENTICA cosa:

Tú gustas a mí

Se lasciamo da parta la struttura, la logica della frase è sempre la stessa

Tu è il soggetto perché realizza la azione di piacere su di me!


La forma S + V + C con il verbo piacere è grammaticalmente corretta ma NON SI USA. Questa struttura, lo stesso che in spagnolo, sembra artificiale quando la usiamo.

Correto: Mi piace la pizza

Artificiale: Non mi piace la pizza

Con amore, il prof <3

USO DEL VERBO PIACERE:

Nel 90% dei casi si usano solo due coniugazioni del verbo piacere:


Lui/lei piace
Loro piacciono

Questo è perché SEMPRE sono oggetti o persone a piacere sul complemento.

Mi piace la pizza (lei)
Mi piacciono i gnocchi (loro)

L’altro 10% del uso del verbo piacere corrisponde a:

Tu piaci

Questo lo usiamo quando, come Raffaella Carrà, diciamo ad una persona che sentiamo una certa attrazione 😉

Titolo: Quanto mi piaccio! (2022)
Autore: Esteban Castorena Domínguez
Tecnica: Narciso di Caravaggio con intervenzione digitale
Prezzo: 50,000 €

Le coniugazioni per IO, NOI e VOI sono grammaticalmente correte ma non esistono molte situazioni per utilizzarle. A me viene in mente una situazione per usare la coniugazione di IO…

Se sono una persona narcisista e mi guardo allo specchio e mi dico:
Quanto mi piaccio!

.

Raffaella Carrà possa in un vestito rosso

Il verbo piacere – Tuca tuca di Raffaella Carrà

In questa serie di post imparo:

  • La storia del Tuca Tuca un ballo italiano molto famoso
  • Il verbo piacere
  • I pronomi indiretti tonici e atoni

Esercizio 1

Senti la canzone una volta e rispondi alle domande.

  • Cosa ti fa pensare?
  • Come immagini il ballo del “Tuca tuca”?
  • Il testo della canzone è relativamente facile, dal 1 al 10, quanto capisci?

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Adesso risenti la canzone e prova a scrivere le parole mancanti:

L’esercizio NON è una valutazione, stiamo imparando cose nuove!

Non ti preoccupare se non scrivi correttamente tutte le parole.

Con amore, il prof <3
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Modo di dire: “Essere cotto”

Letteralmente si traduce come: estar cocido ma il significato è un altro…

Essere cotto significa essere molto stanco, prostrato dalla fatica. Per estensione si usa per parlare di una persona che è priva di energia o di lucidità mentale.

Secondo te, cosa intende la Carrà quando usa questo modo di dire?
Esiste un’espressione equivalente nella tua lingua?


Esercizio 2:

Raffaella Carrà presenta Tuca Tuca il 13 febbraio 1971 nel programma televisivo Canzonissima. La canzone, che presenta la voce di una donna che prende l’iniziativa con frasi come “Mi piaci” o “Ti voglio”, diventa un successo immediato ma divide fortemente il pubblico italiano. 

Ad alcuni piace il nuovo modo di rappresentare la donna, ad altri piace la semplicità di un ballo che è molto facile da replicare sulla pista. Dall’altra parte, le stesse mosse ricevono dure critiche; ad alcune persone non piacciono i movimenti perché li trovano troppo audaci, sensuali e indecenti. Nello stesso modo, la voce di una donna libera, dicono, presenta il modello di una ragazza immorale. 

Alberto Sordi mangia la pastaLe critiche sono così forti che, infatti, i dirigenti della Radiotelevisione italiana (RAI) vogliono censurare l’intero balletto. Naturalmente, a Raffaella non piace l’idea della censura. Prima dell’entrata in vigore della proibizione, la cantante e ballerina cerca un modo di liberare il suo ballo. È così che, giorni prima di una presentazione insieme nella TV, Raffaella va da Alberto Sordi, un famosissimo attore e un’icona del cinema italiano, e gli fa la proposta di ballare il Tuca Tuca insieme davanti alle telecamere. Sordi accetta la proposta.

Raffaella Carrà TopDurante il programma, Raffaella si presenta con il suo famoso top che lascia il ventre scoperto. La cantante e l’attore ballano insieme e il Tuca Tuca diventa un hit enorme e impossibile da censurare. Il ballo rappresenta oggi un cambio importante nella morale non solo della TV italiana ma in una grande parte del mondo. Tuca Tuca è un classico che molte altre cantanti considerano come un referente importantissimo. Una prova è che durante il suo tour del 2012 Madonna, la regina del pop, balla il Tuca Tuca in un chiaro riferimento all’importanza di Raffaella Carrà come una fonte di ispirazione.

Osserva le frasi del testo che sono evidenziate e prova a rispondere:

Adesso devi essere sincero: le tue risposte sono corrette o no?

  • Ovviamente sì e so anche il perché!
  • Sì, sono corrette ma non son perché…
  • Non, e non so perché ho sbagliato…

Non ti preoccupare se le tue risposte sono come la 2 o la 3

Il verbo piacere è un verbo molto strano e dedichiamo il prossimo post ad analizzarlo!

Con amire, il prof.

Continua alla parte II


  • Se vuoi vedere la presentazione di Raffaella e Alberto sordi, segui questo link.
  • Se vuoi vedere la versione del ballo che fa Madonna, segui questo link.

Participio passato irregolare – Terminazioni

Esercizio 1

Ordina le lettere e prova a formare il participio passato irregolare dei verbi. Meno movimenti fai, più punti!

L’attività chiede il tuo nome per fare una classifica e competere con altri studenti!

Risposte (L’ordine dei verbi è aleatorio ogni volta che si svolge l’attività 1)

Correre – Corso

Decidere – Deciso

Piangere – Pianto

Proporre – Proposto

Vincere – Vinto

Rimanere – Rimasto

Morire – Morso

Viviere – Vissuto

Vedere – Visto

Scegliere – Scelto

Terminazioni dei participi irregolari

Anche se sono irregolari e si devono imparare un po’ a memoria, esistono terminazioni che possono essere utili per ricordare le forme di questi participi.

Osserva le tavelle:

-TTO
FareFatto
DireDetto
LeggereDetto
CorreggereCorretto
ScrivereScritto
FriggereFritto
RompereRotto
CuocereCotto
TradurreTradotto
-RTO
AprireAperto
OffrireOfferto
SoffrireSofferto
CoprireCoperto
ScoprireScoperto
MorireMorto
AccorgersiAccorto
-NTO
PiangerePianto
SpegnereSpento
SpingereSpinto
VincereVinto
AggiungereAggiunto
DipingereDipinto
AssumereAssunto
-LTO
ScegliereScelto
TogliereTolto
RaccogliereRaccolto
SciogliereSciolto
RisolvereRisolto
RivolgersiRivolto
-SO
PrenderePreso
RendereReso
AccendereAcceso
SpendereSpeso
ScendereSceso
OffendereOffeso
DecidereDeciso
UccidereUcciso
RidereRiso
DividereDiviso
ChiudereChiuso
ConcludereConcluso
DiffondereDiffuso
-STO
ChiedereChiesto
ComporreComposto
DisporreDisposto
RimanereRimasto
RispondereRisposto
ProporreProposto
VedereVisto
-RSO
PerderePerso
CorrereCorso
-SSO
MettereMesso
SuccedereSuccesso
PermetterePermesso
EsprimereEspresso
MuovereMosso
DiscuttereDiscusso

I verbi ESSERE e STARE hanno lo stesso participio passato: STATO

Con amore, il prof <3

Passato Prossimo – Esercizi

Coniuga i verbi fra parentesi. Fai attenzione al verbo ausiliare e alla concordanza dov’è necessario.

Adatto da Mondadori Education 79
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Verbo transitivo o intransitivo? – Esercizi

Esercizio 1

Partecipa al concorso in TV e vedi quanti verbi puoi catalogare correttamente

DOPO L’ESERCIZIO!

Vuoi controllare le tue risposte?

Apri

Esercizio 2

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Particella CI: uso locativo

Che cos’è la particella Ci?

La particella CI funziona come un pronome. Questo significa che utilizziamo Ci per sostituire un sostantivo che si è già usato prima durante la conversazione.

 

Che cosa sostituisce?

La particella Ci ha un valore locativo, questo significa che si usa per NON RIPETERE un posto, un sito, un logo nello spazio che si è già detto durante la conversazione. Come parla di un posto, la particella ha un valore LOCATIVO.

 

-Vai in Italia quest’anno?

-No, ci vado il prossimo.

 

La particella CI risponde alla domanda DOVE?

Dove vai? = in Italia.


Come si usa?

Quando si usa con un verbo coniugato:

Di solito la particella CI si usa  prima del VERBO CONIUGATO.

 

-Quando vai al supermercato?

Ci vado domani…


Con un verbo all’infinito

Quando la frase ha un verbo all’infinito, la particella CI si può usare DOPO IL VERBO ALL’INFINITO.

 

-Puoi andare al concerto?

-Sì, posso andarci

Dove posso andare? = al concerto

 

Osserva che il verbo all’infinito perde la sua ultima vocale e così permette alla particella di attaccarsi alla sua struttura. Formano così UNA parola.

Immagina che la particella funziona come un parassita che si attacca al verbo all’infinito!

 

Attenzione!

Il dialogo precedente utilizza un verbo modale (potere) e un verbo principale (andare).

-Sì, posso andare.

Questo significa che possiamo utilizzare la particella PRIMA DEL VERBO CONIUGATO (potere) o DOPO IL VERBO ALL’INFINITO (andare). Abbiamo due modi di dire la stessa cosa.

Sì, ci posso andare.

Sì, posso andarci.


Momento della grammatica contrastiva

¿Existe en español?

La particella CI con uso locativo NO EXISTE EN ESPAÑOL

A: Puedes ir al concierto?

B: Sì, puedo ir.

El contexto del diálogo nos permite saber que el hablante B se refiere al concierto sin que tenga que mencionarlo o sustituirlo con un pronombre.

Un error muy común entre los hispanos es el de NO USAR LA PARTICELLA. 

Para el cerebro hispano es antinatural usar un pronombre como CI, por eso muchos estudiantes se olvidan de usarla. Su cerebro piensa… si no existe en español, tampoco en italiano…

Se necesita práctica para que el cerebro hispano se a la existencia de CI…

No seas como Drake, no le hagas el feo… ¡úsala!

 

La particella NE: uso partitivo.

 

Passato Prossimo – Verbi transitivi e intransitivi – deduttivo

Verbi ausiliari, la cruda realtà

Adesso entriamo nella parte più complicata del passato prossimo (e tutti i tempi composti), come devo scegliere l’ausiliare?

Guarda questo video e rispondi alle domande:

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Il dubbio amletico…

Anche se il video dice una verità, è ESTREMAMENTE consigliato sapere la differenza fra un verbo transitivo e un verbo intransitivo. Non solo perché risulta utile con alcuni verbi ausiliari, ma perché sapere la differenza serve con altri argomenti della lingua italiana.

Non c’è modo di scappare… vediamo prima i verbi transitivi.


Verbi transitivi

Il video dice:

Il verbo transitivo è quello dopo il quale puoi fare la domanda “chi? / che cosa?”.

Questo è vero, ma dobbiamo analizzarlo più profondamente…

Nelle lingue romanze, come lo spagnolo o l’italiano, le frasi hanno una struttura più naturale e di maggior uso:

Soggetto + verbo + Oggetto/Complemento

Io mangio la pizza

Esistono molti tipi di complementi, ma quello che importa adesso è l’OGGETO DIRETTO, vale a dire…

la persona, l’animale o la cosa sulla quale ricade direttamente l’azione espressa dal verbo

Con questo in mente facciamo le domande che cosa/chi ad alcuni verbi

  1. Io mangio la pizza (che cosa mangio? = la pizza).
  2. Noi parliamo italiano (che cosa parliamo? = italiano).
  3. Tu vedi il tuo amico (chi vedi? = il tuo amico).
  4. Marco aspetta sua madre (chi aspetta? = sua madre).*

Adesso possiamo concludere che, effettivamente, un verbo che risponde a Che cosa o Chi è un verbo TRANSITIVO.

via GIPHY

*Fai attenzione all’interferenza

Nel video l’uomo dice che un ragazzo romano pensa “A chi aspetto? = alla mamma”, questo è perché, dipendendo dalla regione (o dalla lingua), un verbo si usa come transitivo o intransitivo.

Ci sono molti verbi che in italiano sono transitivi e in spagnolo sono intransitivi e viceversa

Mi dispiace… dobbiamo impararli e basta.


Verbi intransitivi

Possiamo dire che TUTTI i verbi che NON RISPONDONO alle domande CHI? o CHE COSA? sono VERBI INTRANSITIVI.

  1. Vado a Roma con un amico (con chi vado? con un amico).
  2. Il treno arriva alle 8:00 (a che ora arriva il treno? = alle 8:00).
  3. Stai a casa tua (dove stai? = a casa tua?).

a través de GIFER

Attenzione:

quando a che (cosa)? o chi? li precede una preposizione come:

con chi, per chi, a chi..

con che cosa, perché, …

Il verbo è intransitivo!!!

LA PREPOSIZIONE FA TUTTA LA DIFFERENZA

Passato prossimo (II) – Participio passato regolare

Participio passato regolare

Nei tempi verbali composti, come il passato prossimo, il participio passato si usa come il verbo principale. È il verbo che dà l’azione alla frase.

Si forma con una struttura molto semplice:

Verbi in are                       Verbi in ere                             Verbi in ire

Parlare – Parlato                Ricevere – Ricevuto              Finire – Finito

In generale possiamo dire che il participio passato non cambia*. Si usa sempre lo stesso per tutte le persone. Questo è il motivo per il quale solo abbiamo le terminazioni -ATO -UTO -ITO Sarà il verbo ausiliare a cambiare a seconda del soggetto della frase.

  1. Ho parlato con Giovanni
  2. Hai parlato con Giovanni
  3. Ha parlato con Giovanni
  4. ecc.

*Cambia in casi specifici che si studiano dopo (pazienza!)

Per andare al post di introduzione al passato prossimo, fai click 

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